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Governo Draghi riformula il Recovery-Plan

Draghi: riformulare il testo esistente utilizzando il ministero dell’Economia

Quando il governo Draghi si è insediato, erano passate poche settimane dalla presentazione della bozza di Recovery Plan (ribattezzato PNRR), fatta da Conte. Quella proposta aveva scatenato proteste e ricevuto quindi un’accettazione molto contrastata. In relazione al poco tempo rimasto e della condivisione di molte delle scelte contenute in esso, la scelta di Draghi è stata di accentrare la struttura che si occupa della sua redazione, con l’obbiettivo di renderlo più efficiente, migliorandone le fasi di realizzazione e di stesura gestionale dei progetti.

La riformulazione della strategia per il contenimento della pandemia, avviene dunque con la riscrittura del cosiddetto Recovery Plan, nell’ambito del progetto Next Generation EU, noto come Recovery Fund. Ora ribattezzato Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Resta al governo poco tempo per completarlo ed inviarlo alla Commissione Europea. Infatti i paesi membri debbono consegnarli entro il 30 di aprile. Siamo dunque in ritardo, considerando che diversi paesi membri (non tutti), hanno già consegnato il loro piano.

Ma vediamo in breve cos’è il Recovery Plan (PNRR)

Il PNRR è il documento che il governo italiano deve presentare alla Commissione Europea per dettagliare il modo in cui intende spendere i soldi del Recovery Fund, che per l’Italia ammontano a poco meno di 200 miliardi di euro (aggiornati a 191,5). La stesura di questo documento è fondamentale per ottenere i fondi: a livello formale, la loro erogazione dipende dalla valutazione che la Commissione farà del piano, anche se ovviamente c’è un fattore politico da tenere in considerazione: è improbabile che un paese sia escluso dal Next Generation EU, anche se il suo piano fosse disastroso.

Nello specifico, il PNRR è un elenco di progetti (presentati come “schede progetto”), che spiegano dettagliatamente, quali investimenti produttivi o in quali incentivi saranno utilizzati i fondi europei. In ogni progetto vengono descritti sia i tempi di spesa sia quelli di realizzazione (in pratica il cronoprogramma). Inoltre il PNRR contiene i vari passaggi necessari per la realizzazione del progetto, gli obiettivi che intende raggiungere (ossia i “target”) e infine quali saranno gli enti dello stato, che si occuperanno della realizzazione (cioè quali ministeri, aziende pubbliche, enti locali e altro).

Una bozza del PNRR del Governo Conte è già in mano della Commissione Europea

La bozza era stata predisposta dal precedente governo all’inizio del 2021 e poi inviata alla Commissione Europea a metà gennaio. La stesura del PNRR non era stata semplice, infatti verso la fine del 2020, per poter arrivare ad un suo completamento, fu deciso di farla realizzare, da un coordinamento del Comitato interministeriale per gli affari europei, alla cui guida. c’era il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola coadiuvato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

In particolare partirono da Italia Viva, le forti critiche su tale struttura, alla quale sarebbe stato affidato in seguito, la governance e l’attuazione del piano. Ed è proprio da quelle critiche, che il governo Conte 2 venne messo in discussione, e tali critiche diventarono poi la principale motivazione ufficiale, del ritiro di IV dal sostegno al governo Conte.

Come è organizzato il nuovo governo per la gestione del PNRR

Il nuovo ministro dell’Economia Daniele Franco, ha (tra le prime decisioni prese) nominato Carmine Di Nuzzo, ispettore capo della Ragioneria generale dello stato.

il Di Nuzzo  guiderà un gruppo di lavoro, che dovrà coordinare la redazione, sistemazione e riscrittura del PNRR. Per farlo ha a sua disposizione una squadra ampia di persone, tra le quali un gruppo di economisti, provenienti dalla Banca d’Italia.

Il ministro dell’Economia Daniele Franco (Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse)

Mentre la gestione del piano, è stata centralizzata al ministero dell’Economia (MEF), il quale coordinerà con il suo gruppo di lavoro, tutto il PNRR. Il Mef, si avvarrà della collaborazione di pochi ministri selezionati. Il Ministro più coinvolto, è  Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica.

Poche a noi sembrano le differenze nel contenuto tra la bozza Conte e le prime indiscrezioni del PNRR Draghi  

Ci riferiamo alla bozza di PNRR (quasi 500 pagine) che il governo Draghi ha consegnato al Parlamento. Occorrerà vedere se con il passar dei giorni, ad i ritocchi già fatti, non se ne aggiungeranno molti altri, tali da farlo diventare diverso. Infatti i contenuti, al momento non evidenziano che minime differenze, tra il piano di Conte e quello di Draghi e visto il poco tempo a disposizione, non crediamo che ce ne potranno essere. 

Sembra che alcune voci saranno accorpate e probabilmente altre depennate, in quanto l’obiettivo principale del gruppo di lavoro dentro al MEF, è quello di razionalizzare le coperture economiche degli investimenti. La riscrittura del PNRR deve renderlo più dettagliato e preciso, proprio perché uno dei problemi principali del vecchio PNRR, era la sua vaghezza su tempi di realizzazione e coperture economiche. 

L’altro aspetto su cui il nuovo piano si dovrà concentrare, è la governance, rendendo più chiara la gestione dell’esecuzione dei progetti. Sembra che allo scopo sarà creata una struttura di monitoraggio permanente in ogni ministero. Tale struttura centrale sarà allocata presso il MEF e farà capo (forse) allo stesso gruppo di lavoro guidato da Di Nunzio.

Quali sono i vincoli e le richieste dell’Unione Europea?

Molti sono i vincoli che condizionano l’effettiva erogazione dei fondi. L’aspetto primario riguarda il peso percentuale della spesa, che secondo le linee guida della Commissione, dovranno rispettare l’allocazione dei vari progetti nei settori previsti dalla commissione. Pertanto, almeno il 37% delle previsioni di spesa, di ciascun piano, dovrà essere dedicato alla transizione ecologica, così come non meno del 20% alla  formazione digitale. La commissione ha poi imposto molti vincoli all’erogazione dei fondi, sulla spinta dei paesi del nord Europa, gli aiuti e i sostegni economici relativi ai fondi del Next Generation EU, dovranno essere investiti in riforme e progetti di crescita. Non potranno quindi, ad esempio, in  provvedimenti del tipo di una riduzione delle tasse. 

Ma non finisce qui! La Commissione, avendo individuato in ciascun paese, una serie di riforme strutturali necessarie, chiede che siano messe in atto. In Italia in particolare, si dovrebbe riformare complessivamente il sistema giudiziario, fare la riforma del fisco e infine anche quella della pubblica amministrazione.

Il monte miliardi ai quali si può tentare di attingere aggiornato è pari a 191,5. Saranno riservati all’Italia e saranno per poco più di un terzo come sussidi (aiuti economici che non devono essere restituiti) e per poco meno di due terzi come prestiti. L’erogazione sarà condizionata ai tempi prestabiliti e al rispetto di tutte le indicazioni e i tempi di utilizzo. 

Alcune indiscrezioni circolano sui progetti che faranno parte del PNRR

Alcune bozze di PNRR circolate e che circolano ancora, contengono una quantità di progetti molto ampia. Progetti che riguardano sia grandi obiettivi strategici appena enunciati, sia diversi altri più piccoli e puntuali progetti. Le parti progettuali più ampie e generiche, parlano dei due dei temi che la Commissione europea considera cruciali, ossia la transizione ecologica e la digitalizzazione.

Riguardo la transizione ecologica, troviamo molte voci di spesa, che riguardano incentivi e promesse di investimento. In particolare sono legati a forme di energia verde come l’idrogeno, oppure al miglioramento dell’efficienza di edifici pubblici e privati. Per quel che riguarda la digitalizzazione, si trovano promesse d’investimento piuttosto generiche; in particolare si parla delle reti 5G, ed al contempo ci sono diversi progetti specifici, come quello per la creazione di un sistema cloud nazionale.

Negli altri settori d’investimento, si trovano invece progetti più specifici, molti dei quali rispondono ad esigenze già esistenti. Riguardano  miglioramenti e nuove costruzioni nella rete autostradale e ferroviaria. Anche per il turismo, nelle bozze ci sono elencati progetti, per la costruzione di piste ciclabili turistiche. così come progetti di riqualificazione di borghi e centri storici. 

Uno degli obiettivi principali della squadra del MEF, è proprio quello di rendere più concreti e puntuali questi obiettivi.

Il rispetto dei tempi di spesa è condizione base per attingere ai fondi

Basilare è la consegna del proprio PNRR entro il 30 aprile, che però è la data di limite ultimo, che andrebbe possibilmente anticipata. Non siamo gli unici a non aver ancora predisposto la stesura del loro piano, e probabilmente l’Unione Europea accetterà comunque i paesi ritardatari. Si vocifera addirittura che nelle prossime settimane, la Commissione Europea potrebbe prorogare i termini di consegna dei piani.

Ma se ciò accadrà, si allungheranno i tempi di concessione dei fondi. Infatti dopo la consegna dei piani, la Commissione avrà otto settimane a disposizione, per la valutazione dei piani, e successivamente il Consiglio dell’UE, si prenderà altre quattro settimane per emettere la decisione finale. In assenza di slittamenti, l’approvazione dovrebbe arrivare alla fine di luglio, e i fondi a seguire. Nella prima fase i paesi potranno ottenere prefinanziamenti del valore del 13 per cento dell’importo complessivo.

Ma la parte determinante riguarda i tempi di spesa, per i quali la Commissione ha predisposto che i fondi ricevuti, dovranno essere impegnati al 70% entro il 2022 e totalmente entro il 2023. Senza dimenticare che la realizzazione dei progetti dovrà essere conclusa entro il 2026. L’erogazione dei fondi è scaglionata nel tempo e la commissione Europea, vuole controllare che siano usati nel rispetto dei vincoli. Pertanto ogni sei mesi ci sarà un riesame dei progetti, dal quale dipenderà l’erogazione di nuovi fondi. 

Movimento CittadiniNelCuore

 

Allegati:

NextGenerationEU – Piano di ripresa per l’Europa  https://it3d.com/en/nextgenerationeu-recovery-plan-europe/

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