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Le scadenze del Pnrr sono state rispettate?

Secondo il presidente Draghi l’Italia avrebbe realizzato tutti gli obiettivi per il 2021.

Nel corso della conferenza stampa di fine anno il presidente del consiglio Mario Draghi ha affermato che uno dei grandi risultati raggiunti dal suo governo nel 2021 è stato il completamento di tutte le scadenze legate all’attuazione del Pnrr. Tale affermazione ha destato sorpresa anche tra gli osservatori che nelle settimane precedenti avevano delineato una situazione decisamente diversa.

Poche ore dopo l’annuncio di Draghi poi è iniziata a circolare la notizia dell’approvazione dei cosiddetti operational arrangements. Cioè le modalità attraverso cui le istituzioni europee effettueranno le verifiche sui risultati raggiunti dai singoli stati e successivamente erogheranno le risorse del Next generation Eu nei prossimi anni. Questi annunci hanno generato un po’ di confusione facendo sembrare che le istituzioni europee si fossero già espresse favorevolmente su quanto fatto sin qui dall’Italia

Nei giorni successivi all’annuncio di Draghi è stata diffusa la relazione con cui il governo dovrebbe riferire in maniera puntuale al parlamento sullo stato di attuazione e sull’utilizzo delle risorse finanziarie legate al Pnrr. Ma nel testo i contenuti relativi agli obiettivi e ai traguardi raggiunti sono molto generici e spesso non ci sono riferimenti diretti agli atti adottati.

Questo perché nella stessa relazione si evidenzia come attualmente il sistema di monitoraggio non sia ancora entrato pienamente a regime. 

Senza questa struttura però risulta impossibile operare una qualsiasi attività di monitoraggio e controllo volta non solo a valutare lo stato di avanzamento dal piano ma anche come vengono investite le risorse. Per questo ci appelliamo al parlamento e agli altri soggetti coinvolti affinché sollecitino il governo su questo fronte.

Cosa sono le scadenze del Pnrr e come si monitorano

Ma che cosa significa che il governo ha raggiunto tutte le scadenze per il 2021 legate al Pnrr? Il piano nazionale di ripresa e resilienza si articola in 6 macro-categorie di intervento, denominate missioni. Ogni missione poi si suddivide in componenti che a loro volta contengono le misure. Queste ultime descrivono il dettaglio degli interventi previsti dal piano e si suddividono in riforme e investimenti.

Tali misure devono essere completate rispettando un rigido cronoprogramma che prevede il raggiungimento di una o più scadenze, dette milestone (traguardi) e target (obiettivi). Complessivamente gli adempimenti da conseguire entro il 2021 sono 51.

Il rispetto delle scadenze è uno degli indicatori attraverso cui le istituzioni europee valutano l’operato degli stati membri. 

Avevamo già evidenziato come risultasse particolarmente difficile monitorare lo stato di avanzamento di queste misure. Infatti prima della diffusione della relazione per il parlamento, l’unico documento ufficiale pubblicato dall’esecutivo risaliva allo scorso settembre. Dopodiché erano seguite solo dichiarazioni poco dettagliate.

In merito al Pnrr, nell’ultimo mese c’è stata una forte accelerazione sul raggiungimento dei target, passati dai 13 di fine settembre ai 29 attuali.

Sotto questo aspetto si deve segnalare che negli ultimi giorni si è registrata una significativa accelerazione. Su diversi portali ministeriali infatti sono state allestite delle sezioni dedicate al Pnrr.
Tuttavia anche incrociando tutte queste fonti i dubbi su quanto affermato dell’esecutivo rimangono. Questo perché le informazioni diffuse sono incomplete.
Nel caso di Italia domani ad esempio è possibile visionare il cronoprogramma delle scadenze ma non sono presenti rimandi agli atti adottati.

La stesse difficoltà poi si riscontrano nella relazione che il governo presenterà alle camere.

La relazione dell’esecutivo per il parlamento

Un primo elemento che emerge dall’analisi di questo documento è che anche in questo caso l’esecutivo conferma il fatto che la richiesta per la prossima tranche di fondi europei non è ancora stata inviata. Anche se si specifica che ciò avverrà entro l’anno. Questo porta a confermare l’idea che, nonostante l’annuncio, alcune delle scadenze previste per il 2021 debbano ancora essere completate.

L’Italia ha rispettato l’impegno a conseguire tutti i 51 traguardi e obiettivi entro il 31 dicembre e invierà entro l’anno alla Commissione europea la richiesta relativa al pagamento della prima rata pari a 24,1 miliardi di euro.

Un secondo elemento che colpisce è il poco spazio attribuito proprio all’illustrazione dei target e delle milestone raggiunti.

Si tratta di un breve riassunto di poco più di una decina di pagine. Nella maggior parte dei casi inoltre ci si limita a spiegare qual era l’obiettivo da raggiungere ma spesso, anche in questo caso, non ci sono riferimenti precisi (tantomeno link) agli atti adottati.

È presente anche una tabella in cui sono riassunte le scadenze, le misure relative, il codice di riferimento e l’amministrazione titolare. Anche qui però non c’è un riferimento preciso agli atti presi per conseguire il risultato. Ciò rende molto problematica la verifica di quanto affermato dall’esecutivo.

Questa carenza di informazioni è dovuta al fatto – come del resto lo stesso governo ammette nella relazione qualche pagina prima – che la struttura per il monitoraggio sullo stato di avanzamento del piano non è ancora pienamente operativa.

Il contenuto della relazione è influenzato dalla ancora parziale funzionalità del sistema informativo unitario Regis e dallo stadio preliminare di attuazione di gran parte delle misure del piano. Nelle prossime relazioni, i contenuti potranno essere ulteriormente arricchiti e migliorati, anche in relazione al progressivo sviluppo del sistema Regis e della reportistica prodotta dal medesimo sistema.

Si tratta di una significativa dichiarazione di inaffidabilità e incompletezza dei dati che contribuisce a spiegare le scarne informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori contenute nella relazione. Peraltro il completamento di questo sistema di monitoraggio era una delle scadenze che dovevano essere conseguite entro il 2021 (codice: M1C1-68). Di fatto quindi i contenuti della relazione sconfessano l’annuncio fatto da Draghi in conferenza stampa.

Il quadro delle scadenze

Ma le criticità non si fermano a questo aspetto. In base alle informazioni disponibili infatti alcune delle scadenze possono anche essere considerate come “prossime al completamento” ma allo stato attuale risultano ancora in corso. Citeremo alcuni casi significativi a titolo di esempio.

Tra i risultati da raggiungere entro la fine dell’anno vi era l’assunzione di mille esperti a supporto degli enti locali per la gestione delle complesse procedure del Pnrr. In questo caso il ministero della pubblica amministrazione ha annunciato ai primi di dicembre il completamento delle procedure di selezione. 

La palla è poi passata alle regioni che entro il 31 dicembre dovranno finalizzare le assunzioni effettive.

La procedure però in alcuni casi sono ancora in corso. Il governo ha quindi fatto la sua parte ma l’obiettivo non può dirsi ancora raggiunto.

Nella relazione del governo spesso mancano riferimenti precisi agli atti adottati.

Un caso simile riguarda poi l’entrata in vigore della legge delega in tema di disabilità. Norma che seppur già approvata da entrambi i rami del parlamento, al momento dell’annuncio di Draghi non era ancora stata pubblicata in gazzetta ufficiale. Discorso simile per l’ecobonus e il sisma bonus. La relazione afferma come queste due iniziative siano già entrate in vigore.

Questo perché tali misure erano già state introdotte precedentemente. La milestone però in questo caso richiedeva l’entrata in vigore della proroga di questi 2 incentivi. Proroga contenuta nella legge di bilancio per il 2022 che ancora deve essere approvata definitivamente dal parlamento.

Un’altra scadenza riguardava l’approvazione del piano di controllo nazionale dell’inquinamento atmosferico.

Tale piano – da adottare con decreto del presidente del consiglio dei ministri – è stato approvato nel corso della conferenza unificata tra stato ed enti locali dello scorso 20 dicembre. Tuttavia anche in questo caso il Dpcm non risulta ancora pubblicato in gazzetta ufficiale.

Per quanto riguarda la missione 6 (salute) infine, sarebbe dovuto essere approvato un piano di riorganizzazione per l’ammodernamento dell’apparato tecnologico e digitale degli ospedali.

La milestone prevedeva la pubblicazione di un decreto che recepisse i fabbisogni delle regioni. Nella relazione del governo si fa riferimento ad un generico decreto direttoriale del ministero della salute, senza ulteriori riferimenti. Tuttavia di tale atto non si trova traccia sul portale del ministero.

Il quadro delle scadenze del Pnrr da completare entro il 2021

https://www.openpolis.it/numeri/il-quadro-delle-scadenze-del-pnrr-da-completare-entro-il-2021/

Fonte: openpolis.it 

 

 

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