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Piano nazionale di ripresa e resilienza: 630 milioni alle zone economiche speciali

La Conferenza unificata ha approvato il decreto del MIMS che ripartisce i fondi del PNRR tra le otto Zone economiche speciali incluse nel Piano. Ora tempi serrati per gare e cantieri, da inaugurare entro giugno 2026. 

Perché non si riesce ad assicurare al Sud il 40% dei fondi PNRR

Un tesoretto di risorse, destinate a otto ZES ben specifiche già indicate nel Piano, che serviranno a rendere più competitive le Zone economiche speciali e con esse i territori che le ospitano.

Inserito nella Componente 3 della Missione 5 (M5C3), l’Investimento n. 4 mira infatti a sostenere gli investimenti nelle ZES al fine di favorire lo sviluppo economico del Sud Italia; costruendo le infrastrutture necessarie nelle aree industriali; inoltre creando collegamenti efficienti tra le reti di trasporto (nazionale e quella europea) ed avviando lavori di urbanizzazione, industrializzazione e recupero ambientale.

Per approfondire: gli altri interventi della missione M5C3 del PNRR per la coesione territoriale

Gli interventi per le ZES previsti dal PNRR

Più nello specifico, grazie ai fondi del PNRR, nelle ZES saranno realizzate quattro tipologie di interventi:

  • collegamenti di “ultimo miglio” (soprattutto ferroviari, ma anche stradali) tra le aree industriali e la rete SNIT e TEN-T, in modo da ridurre i tempi e i costi della logistica all’interno di questi distretti produttivi;
  • Opere di urbanizzazione primaria, visto che in alcune aree produttive i tavoli regionali hanno accordi con operatori economici pronti ad investire; che pongono però come condizione la dotazione di infrastrutture delle aree individuate, così come negli altri strumenti di regolazione (piani regolatori comunali, piani paesistici regionali, ecc.);
  • Lavori di efficientamento energetico e ambientale nelle aree retroportuali e in quelle industriali appartenenti alle ZES; 
  • Il potenziamento della resilienza e della sicurezza delle infrastrutture per l’accesso ai porti.

Oltre ai Commissari straordinari di ogni ZES, ad attuare gli interventi saranno anche l’Anas, Rfi e le Autorità di Sistema Portuale; tutti chiamati ad inviare al MIMS l’analisi ambientale delle opere secondo il principio di non arrecare danni significativi all’ambiente e a comunicare le iniziative che intendono adottare; al fine di favorire l’inclusione di giovani e donne nella progettazione e nella realizzazione degli interventi.

Serrati i tempi di attuazione. Stando a quanto reso noto dal governo, infatti, dopo l’entrata in vigore dei decreti ministeriali di approvazione del piano operativo di tutte le ZES entro dicembre 2021; il cronoprogramma prevede l’avvio degli interventi entro dicembre 2023 ed il loro completamento entro giugno 2026.

Quali sono le ZES inserite nel PNRR?

Per quanto riguarda invece l’allocazione delle risorse, il decreto ha stabilito che i 630 milioni saranno distribuiti nel modo seguente: 

  • 62,9 milioni di euro alla ZES Abruzzo
  • 136 milioni alla ZES Campania;
  • 83 milioni alla ZES Adriatica (che interessa le regioni Puglia e Molise); 
  • 108,1 milioni alla ZES Ionica (che invece include la Puglia e la Basilicata);
  • 111,7 milioni alla ZES Calabria;
  • 61,4 milioni alla ZES Sicilia orientale
  • 56,8 milioni alla ZES Sicilia Occidentale.

A questi si aggiungono poi 10 milioni di euro destinati alla ZES Sardegna, di imminente istituzione.

Consulta la tabella di ripartizione, preparata dal MIMS

La riforma delle ZES prevista dal PNRR

Oltre a stanziare i fondi per gli investimenti il Piano nazionale di rirpesa e resilienza ha previsto anche una riforma delle ZES per renderle più attrattive; semplificando il sistema di governance e favorendo la cantierabilità degli interventi in tempi rapidi, nonché l’insediamento di nuove imprese.

Come nel caso degli investimenti, anche questo pezzo di attuazione del PNRR sulle ZES è già realtà.

La riforma è stata infatti introdotta con il decreto Governance e Semplificazioni che ha previsto infatti le seguenti novità:
  • La nomina del Commissario straordinario avviene con un DPCM (su proposta del ministro per il Sud e la Coesione territoriale e d’intesa con il presidente della Regione interessata) che viene emanato anche se l’intesa non è raggiunta entro 60 giorni dalla proposta;
  • La possibilità per l’Agenzia per la Coesione di fornire un supporto ai Commissari, mettendo in campo un numero adeguato di personale tecnico e amministrativo e garantendo il coordinamento della loro azione e la pianificazione nazionale degli interventi nelle ZES;
  • La facoltà per il Commissario straordinario di assumere le funzioni di stazione appaltante e operare con poteri straordinari in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici, ma solo per una realizzazione più efficace e tempestiva degli interventi del PNRR;
  • L’introduzione del nuovo procedimento di autorizzazione unica (che sostituisce tutte le precedenti autorizzazioni, concessioni, pareri), mantenendo il rispetto delle normative in materia di VIA;
  • Il rilascio dell’autorizzazione unica da parte del Commissario (ad esito di un’apposita conferenza di servizi con tutte le amministrazioni interessate); ciò entro termini dimezzati rispetto a quelli attualmente vigenti e resi perentori (visto che, una volta decorso il tempo previsto, gli atti si intendono resi in senso favorevole).

Infine per quanto riguarda il credito d’imposta per ciascun investimento all’interno delle ZES, la riforma ha previsto un aumento del suo limite massimo che passa da 50 a 100 milioni di euro. A questo si aggiunge poi l’estensione del credito anche all’acquisto di immobili strumentali agli investimenti, anche mediante contratti di locazione finanziaria.

Foto di Tom Fisk da Pexels

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