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Sarà un ponte o un tunnel? Lo chiameranno Draghi?

Ponte sullo Stretto: ora tutti lo vogliono, non solo i 2 “Matteo” e Forza Italia 

Nel tempo sono stati veramente tanti quelli che hanno dibattuto sulla necessità e fattibilità. Il tema affonda le sue radici sin dai giorni (avanti Cristo) della Res Publica romana. Gli ultimi politici che hanno cercato consenso nel progetto, sono Berlusconi, Renzi e Salvini (intervistato da La7 che si esprime così: “Stiamo cercando soluzioni alle tante crisi aziendali: c’è un progetto di fattibilità sul ponte dello Stretto con l’acciaio prodotto a Taranto. Sarebbero circa 100mila posti di lavoro. Mi aspetto che Draghi rilanci il Ponte sullo Stretto

Corriere della sera 1985

Giusto 35 anni fa, anche Craxi aveva pensato di aver dato il via alla sua costruzione.

Un ponte largo 60 metri con 8 corsie per autoveicoli e tre coppie di binari ferroviari. Anche se non era chiaro, nemmeno allora, se la soluzione doveva essere quella del Ponte sospeso di 80 metri sull’acqua o se fosse meglio attuare la soluzione di un tunnel sottomarino. 

Il Ministro dei trasporti, garantiva il completamento dell’opera (che avrebbe dato lavoro a 5.000 persone per 8 anni) entro il 1996.

Ora nel terzo millennio, dopo Silvio Berlusconi e malgrado con la messa in liquidazione della società dello Stretto di Messina nel 2013 di Mario Monti, hanno continuato a parlarne Renzi nel suo periodo di gloria, ed ora ci riprova anche Draghi. Una storia dunque che va avanti da più di due millenni. Ci sarà una fine?      

Anche il precedente governo si era mosso per inserire il progetto nel Recovery plan (vedi articolo qui sotto)

Un comitato di 16 membri che dovrà decidere qual è la soluzione migliore per l’attraversamento veloce dello Stretto di Messina, dal ponte al tunnel. E’ stato nominato dalla ministra alle infrastrutture e ai trasporti, Paola De Micheli, ed è composto da membri scelti. Membri scelti tra le «professionalità di alto profilo tecnico-istituzionale», incaricati di fornire “entro due mesi… gli elementi per le valutazioni e le decisioni politiche” che poi saranno prese dal Governo.

“La scadenza indicata nel provvedimento (la fine di ottobre) rivela che il governo non ha intenzione di inserire né il ponte né il tunnel nel piano di rilancio che dovrà essere inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre per poter accedere ai miliardi del Recovery Fund.

Non è un mistero, del resto, che il governo sia ancora diviso su questo tema, altrimenti la scelta più semplice sarebbe stata quella di tirar fuori dal cassetto il progetto del ponte. Un progetto per il quale sono già stati spesi 300 milioni, arrivato alla stesura definitiva che nel 2012 aveva già ottenuto tutti i timbri, compreso quello del Comitato tecnico-scientifico nominato da Palazzo Chigi, quando il governo Monti dirottò altrove i fondi stanziati per realizzarlo”.

A settembre si è riunita per la prima volta la commissione che farà una valutazione su qual è lo strumento migliore per collegare la Sicilia alla Calabria. La quale ha detto: ” tre sono le possibilità, il ponte, il tunnel appoggiato sul fondo del mare e poi il tunnel vero e proprio”. “Noi – ha poi sottolineato – vogliamo che venga collegata la Calabria e la Sicilia sia su ferro che su strada che con una pista ciclabile” e in quest’ottica serve prima “uno studio trasportistico, poi una valutazione economica e ingegneristica”.

Ponte o tunnel dello stretto di Messina sono opere sensate?

I favorevoli al ponte (Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia), “vendono” la sua attuabilità in virtù del fatto che, esiste già un progetto definitivo, che secondo loro è cantierabile. Un progetto (afferma Siracusano) che sarà in grado di mobilitare molti miliardi di risorse, e di creare migliaia di posti di lavoro. E continua: “Il Ponte permetterebbe, inoltre, di intercettare il traffico merci che, dal canale di Suez. Un traffico che oggi si dirige verso Gibilterra per puntare sui porti del Nord Europa, e sarebbe fondamentale per rilanciare il turismo”

I contrari (ormai pochi chissà se il nuovo Movimento 2050 lo sarà) invece evidenziano, la mancanza di collegamenti tra la Calabria e il resto d’Italia. In particolare l’alta velocità ferroviaria e le vie di comunicazione per il trasporto su gomma, che rendono difficile l’attraversamento delle merci e dei passeggeri nel resto del sud. Così come che il Ponte sarà pagato dallo Stato, non dai privati i quali non rischieranno un Euro, usufruendo dei vantaggi economici. Evidenziano inoltre che, i flussi previsti sono sovradimensionati, sul ponte passerà circa la metà di quanto è stato ipotizzato, per rendere il progetto giustificabile. Per dipiù (cosa fondamentale) manca una analisi approfondita e aggiornata della situazione geologica e sismica dell’area che è certamente tra quelle con il più alto rischio sismico d’Italia.

Ponte sullo Stretto: è nel programma del Governo di Mario Draghi

Il Ponte sullo Stretto è dunque sul tavolo del presidente del Consiglio, il quale sembra se ne voglia occupare personalmente, per sciogliere il nodo in tempi brevi. I progetti ci sono (anche se non esecutivi) e due importanti aziende italiane, hanno dato la propria disponibilità alla costruzione. Una di queste è Saipem, che addirittura crede nel progetto di attraversamento sottomarino dello Stretto di Messina, attraverso un tunnel galleggiante; sul modello degli oleodotti e dei gasdotti realizzati nel mondo. 

http://www.strettoweb.com/wp-content/uploads/2020/12/tunnel-isole-faroe.jpg  

 

🏡👪🏬🏫🏟️🚴‍♂️🌳❤️💚 CHE SONO E RESTANO NELCUORE

Allegati:

Quali spostamenti del suolo sono avvenuti a seguito dell’eruzione dell’Etna del 26 dicembre 18

Consiglio nazionale delle ricerche (Irea-Cnr) e delle Sezioni dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) di Catania-Osservatorio Etneo e Osservatorio nazionale terremoti di Roma hanno misurato i movimenti permanenti del terreno grazie ai radar satellitari italiani COSMO-SkyMed ed europei Sentinel-1.

 

Sono stati evidenziati valori massimi di spostamento che superano i 30 cm verso Ovest e i 50 cm verso Est sulla sommità dell’Etna e, nell’area attivata dal terremoto di Mw 4.9, uno spostamento massimo verso Est di circa 13 cm, ed uno verso Ovest di circa 16 cm.

In Tabella 1 sono riportate le coppie interferometriche di immagini radar i cui risultati vengono mostrati di seguito.

 

In Figura 1
è mostrato un confronto tra le immagini di ampiezza (modulo) acquisite dalla costellazione CSK prima e dopo gli eventi vulcanici e sismici analizzati, come riportato in Tabella 1. Grazie all’alta risoluzione dei sensori CSK, nell’immagine post-eventi si nota chiaramente la formazione della frattura che ha alimentato la colata lavica causata dall’eruzione iniziata il 24 dicembre. Va sottolineato come la costellazione CSK, a seguito della richiesta di intervento per l’emergenza in corso, abbia acquisito la prima immagine a meno di 24 ore dall’evento sismico ed ulteriori acquisizioni sono state effettuate il 30 Dicembre per garantire continuità al monitoraggio della zona di interesse. 

Si noti che in Figura 1 sono state riportate le immagini rappresentate in coordinate radar piuttosto che in coordinate geografiche o cartografiche. Per evitare di enfatizzare le distorsioni geometriche dovute alla topografia dell’area e alla geometria di acquisizione del sensore radar (angolo di vista 34°). 

 

In Figura 2(a,b)

vengono mostrate le mappe di spostamento del suolo, in LOS, ottenute a partire dalle coppie di dati S1 riportati in Tabella 1, calcolate nei pixel caratterizzati da una buona qualità del segnale interferometrico (detti pixel  coerenti).

Inoltre, in Figura 2(c,d) vengono mostrate le mappe delle componenti Orizzontale (in direzione Est-Ovest) e Verticale degli spostamenti del suolo; spostamenti misurati, che sono state stimate a partire dall’utilizzo congiunto delle mappe di deformazione LOS di Figura 2(a) e

Figura (2b), ottenute rispettivamente da orbite ascendenti (per le quali i satelliti si spostano da Sud a Nord) e discendenti (per le quali i satelliti si spostano da Nord a Sud).

L’analisi dei risultati ottenuti evidenzia che la mappa degli spostamenti nella direzione Est-Ovest (Figura 2c) mostra le entità più significative, i cui valori massimi superano i 30 cm verso Ovest e i 50 verso Est sulla sommità del vulcano. Nell’area in corrispondenza del terremoto del 26 dicembre (Mw4.9), il massimo spostamento verso Est è di 12-14 cm, mentre il corrispondente verso Ovest è di 15-17 cm. 

In Figura 3,

si mostrano i risultati dell’elaborazione interferometrica in fase e in spostamento lungo la linea di vista delle coppie interferometriche Sentinel 1A/1B 22/12/2018–28/12/2018 acquisite in geometria ascendente e discendente. Elaborazione effettuata dai laboratori di telerilevamento dell’INGV. Le due figure riportano le misure in linea di vista del sensore, rispettivamente in geometria ascendente e discendente. Il campo di deformazione che si rileva è la somma degli effetti di più sorgenti.

Le immagini evidenziano la deformazione determinata dal dicco intruso il 24 dicembre nell’alta Valle del Bove, -dalla faglia di Fiandaca-Pennisi (FPF; basso versante Sud-Est). Faglia che si è mossa in occasione dell’evento di Mw 4.9 del 26/12/18, ed altre tre faglie con spostamenti minori, la faglia della Pernicana (PFS; versante Nord-Est) , la faglia di Ragalna (RFS; alto versante Sud-Ovest) e la faglia di Borello-Ognina (BOF; basso versante meridionale). 

Breve rassegna stampa:

Il gazzettino.it     31-12-2018     Etna, dopo terremoti ed eruzione il suolo si è spostato sino a 50 centimetri

Il messaggero.it     31-12-2018     Etna, dopo terremoti ed eruzione il suolo si è spostato sino a 50 centimetri

Il Mattino.it        31-12-2018     Etna, dopo terremoti ed eruzione il suolo si è spostato sino a 50 centimetri

La Repubblica.it     01-01-2019     Eruzione dell’ETNA: il vulcano si è spostato di 50 centimetri

Rainews.it           02-01-2019     ETNA. L’eruzione provoca uno spostamento del vulcano di 50 centimetri 

it.notizie.yahoo.com 02-01-2019     Eruzione Etna, gli esperti: il vulcano si è spostato di 50 centimetri

Si tratta della più grave catastrofe naturale in Europa per numero di vittime, a memoria d’uomo.
Il terremoto di Messina del 1908 

(citato in letteratura scientifica come terremoto della Calabria meridionale-Messina o anche come terremoto calabro-siculo) è considerato uno degli eventi sismici più catastrofici del XX secolo. Il sisma, di magnitudo 7,1 Mw, si verificò alle ore 5:20:27 (ora locale) del 28 dicembre 1908 e danneggiò gravemente le città di Messina e Reggio Calabria nell’arco di 37 secondi. Metà della popolazione della città siciliana e un terzo di quella della città calabrese perse la vita.

Si parla del disastro naturale, di maggiori dimensioni, che abbia colpito il territorio italiano in tempi storici.

Ai danni provocati dalle scosse sismiche e a quello degli incendi si aggiunsero quelli cagionati dal maremoto, di impressionante violenza, che si riversò sulle zone costiere di tutto lo Stretto di Messina con ondate devastanti stimate, a seconda delle località della costa orientale della Sicilia, da 6 m a 12 m di altezza (13 metri a Pellaro, frazione di Reggio). Il maremoto provocò molte vittime, fra i sopravvissuti che si erano ammassati sulla riva del mare, alla ricerca di un’ingannevole protezione..

Improvvisamente le acque si ritirarono e dopo pochi minuti almeno tre grandi ondate aggiunsero altra distruzione e morte. Onde gigantesche raggiunsero il litorale spazzando e schiantando quanto esistente. Nel suo ritirarsi la marea risucchiò barche, cadaveri e feriti. Molte persone, uscite incolumi da crolli e incendi, affogarono trascinate al largo. Alcune navi alla fonda furono danneggiate, altre riuscirono a mantenere gli ormeggi entrando in collisione l’una con l’altra, ma subendo danni limitati. Il villaggio del Faro a pochi chilometri da Messina andò quasi integralmente distrutto. La furia delle onde spazzò via le case situate nelle vicinanze della spiaggia anche in altre zone. Le località più duramente colpite furono Pellaro, Lazzaro e Gallico sulle coste calabresi; Briga e Paradiso, Sant’Alessio e fino a Riposto su quelle siciliane.

Movimento CittadiniNelCuore

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