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Covid 19: I vaccini facciamoli produrre in Italia

L’Italia è il 1°produttore farmaceutico dell’Ue

E’ l’eccellenza delle Risorse Umane, il primo fattore di competitività, che ha reso l’Italia è un hub mondiale per la produzione di vaccini, per le imprese a capitale Regno Unito. Importanti sono i numeri, con i quali la farmaceutica italiana, che con circa 200 aziende associate a Farmindustria, sul suolo italiano si erge al primo posto nell’unione europea. Dati relativi al 2017 indicano con 65.400 gli addetti, per una produzione pari 31,2 miliardi di euro, dei quali il 79% destinato all’export (24,8 miliardi di euro).

Anche se il 60% di imprese è a capitale estero, e quindi solo il 40% di imprese a capitale italiano, tali imprese (a capitale italiano) si caratterizzano per un fatturato realizzato all’estero pari al 70% del totale. Inoltre tale giro di affari è in notevole crescita, ed Il settore rappresenta una grande opportunità per l’Italia, in termini di risorse che (con il consumo in tempo Covid) potrebbe tradursi in novi investimenti e posti di lavoro.

Sebbene le aziende nostrane siano quasi assenti dalla classifica generale, lo scenario cambia con i dati consolidati e la ricostruzione dei gruppi di controllo.

Un tesoretto da quasi 12 miliardi di euro, questo è il valore stimato nel 2017. quello delle 10 migliori aziende farmaceutiche nate in Italia: Ecco i principali gruppi nazionali: 

  • Menarini (3.500),
  • Chiesi (1.600),
  • Bracco (1.360),
  • Recordati (1.200),
  • Alfasigma (1.000),
  • Angelini (divisione Pharma, con 850),
  • Zambon (700),
  • Italfarmaco (650),
  • Kedrion (650),
  • Dompé (260),

(dati Farmindustria relativi al 2016).

Produrre sul nostro territorio nazionale una parte ingente del candidato vaccino europeo anti-Covid. L’annuncio arriva da Walter Ricciardi, membro del comitato esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità e Consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza.

Infatti l’Italia vanta una vasta e approfondita specializzazione, su farmaci biotech, vaccini, emoderivati, farmaci orfani e terapie avanzate. Inoltre vanta sempre più, partnership con università, centri di eccellenza, PMI, start-up ed anche enti no profit. Anche se la presenza farmaceutica risulta fortemente concentrata in sole cinque regioni – Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Veneto), che determinano quasi il 90% dell’occupazione totale, resta una opportunità da utilizzare urgentemente.

Perché poco e nulla è stato fatto per concordare che una parte di vaccini ordinati fossero fabbricati in Italia?  

Visti i rischi sul rispetto delle consegne, il costo e la difficoltà dei trasporti, le grandi quantità di vaccini da utilizzare, ed il potenziale produttivo esistente, sarebbe stato logico, concordare con l’Europa e con le tre aziende che assommano la stragrande maggioranza dei vaccini ordinati, la possibilità di produrli in Italia.   

Ci domandiamo dunque perché nessuna abbia mai evidenziato questa logica possibilità?

Come mai ne la politica ne gli organi di stampa abbiano posto in evidenza tale tema?!  Siamo ancora in tempo però, per far si che almeno, le quantità dei vaccini necessari per la fine anno e l’anno nuovo, ma soprattutto i nuovi farmaci contenenti anticorpi policlonali e monoclonali, che dovrebbero essere in grado sia di curare sia di immunizzare immediatamente. 

L’Italia dovrebbe essere in prima linea dunque, anche se la produzione di uno o più vaccini implica comunque degli aspetti problematici

Le aziende farmaceutiche italiane che hanno le tecnologie per i vaccini, sarebbero pronte a produrre il vaccino anti-Covid ‘europeo’. Sul territorio nazionale abbiamo infatti vari hub e poli industriali specializzati, come quello toscano, in grado di farlo. Tuttavia ciò sarebbe possibile solo per alcuni tipi di vaccini, infatti, i candidati vaccini non sono tutti uguali, ciascuno di quelli in sperimentazione, implica differenti procedure di produzione. Non sarà quindi possibile per le aziende italiane, produrre qualunque tipo di vaccino ordinato dall’UE. 

La nostra speranza, naturalmente, è che al traguardo possano arrivare i tipi di vaccini per noi giusti.

 

Movimento CittadiniNelCuore

 

Alleghiamo alcune delle aziende in grado di produrre vaccini e medicinali:

ReiThera Srl

ReiThera è una società biotech dedicata allo sviluppo tecnologico, produzione GMP e traduzione clinica di vaccini genetici e medicinali per terapie avanzate. Il management e il team scientifico dell’azienda hanno sviluppato una piattaforma tecnologica altamente innovativa basata su vaccini adeno-vettori scimmieschi contro diverse malattie infettive, come RSV ed Ebola.

L’azienda, guidata da Antonella Folgori, amministratore delegato, Capo di immunologia e fondatrice di Okairos, è di proprietà di Keires Ag, società del settore finanziario con sede a Basilea. Fa anche parte di un consorzio paneuropeo incentrato sullo sviluppo e la produzione su larga scala di un vaccino vettore adeno-virale contro COVID-19. Il vaccino finanziato da Unicredit sarà sviluppato in collaborazione con SGS, che condurrà test di biosicurezza microbiologica e rilascio di identità in ogni fase chiave. I test verranno effettuati nel Centro per la biosicurezza di Glasgow.

CSL, Seqirus 

Seqirus che ha, a San Martino (frazione di Monteriggioni nel Senese), la sede italiana, è una società della multinazionale biotecnologica australiana Csl, è uno dei maggiori produttori di vaccini antinfluenzali del mondo. Vanta centri di produzione e per la ricerca e lo sviluppo in tre continenti, una catena di produzione integrata a livello mondiale e una presenza commerciale in oltre 20 paesi.

In quanto appartenenti al Gruppo CSL, Seqirus vanta oltre un secolo di esperienza nel settore dei vaccini antinfluenzali. Dal 1916 a oggi, CSL è stata nel mondo farmaceutico, avvalendosi delle tecnologie più moderne.

MSD

Fin dal lontano 1891, MSD è impegnata a migliorare la salute di milioni di Persone in tutto il mondo con un portafoglio diversificato di medicinali etici, vaccini, farmaci biologici. Con un fatturato di circa 700 milioni di euro e 1.000 dipendenti, è oggi ai primi posti del mercato farmaceutico nazionale.
MSD Italia ha una sede a Roma, una a Milano e uno stabilimento di produzione ad Aprilia.

MSD è la consociata italiana di Merck & Co., l’azienda farmaceutica multinazionale fondata 125 anni fa e leader mondiale nel settore della salute. Da oltre 100 anni, ha avuto un ruolo fondamentale nella scoperta di molti vaccini oggi utilizzati in tutto il mondo, frutto del lavoro di scienziati quali Maurice Hilleman che, nei laboratori dell’azienda, ha sviluppato ben 8 dei 14 vaccini utilizzati ancora oggi nei programmi vaccinali di tutto il mondo (come morbillo, parotite, rosolia, varicella, epatite B).

GSK GlaxoSmithKline S.p.A

Nata nel 2000 dalla fusione tra Glaxo Wellcome e SmithKline Beecham, la società è molto attiva nel settore della ricerca scientifica per lo sviluppo di nuovi prodotti. 10ª industria farmaceutica del mondo, al 2018, GSK contava 95 490 dipendenti, e realizzava un fatturato di 30,821 miliardi di sterline e un utile netto di 4,046 miliardi. dei quali circa 6 miliardi di sterline di vaccini.  

Vir Biotechnology e GSK, hanno annunciato uno studio AGILE, supportato dall’NHS per valutare VIR-7832, nel trattamento precoce di COVID-19

  • Secondo anticorpo monoclonale frutto della collaborazione Vir-GSK ad essere studiato come potenziale trattamento di COVID-19  
  • I dati preclinici suggeriscono che VIR-7832 ha due proprietà distintive: maggiore capacità di eliminare le cellule infette e potenziale per migliorare la funzione delle cellule T specifiche del virus , che potrebbe aiutare a trattare e / o prevenire l’infezione da COVID-19

Con 22 vaccini disponibili in Italia, ci impegniamo a proteggere le persone ad ogni età.

E’ possibile consultare i fogli illustrativi e i riassunti delle caratteristiche di prodotto dei nostri vaccini sul portale GSK Salute, attendendo il completo caricamento della pagina.

Se risiedi in un Paese diverso dall’Italia, questo menu permette di ricercare rapidamente i siti GSK per i cittadini e gli Operatori sanitari nei vari Paesi in cui GSK è presente. Ogni sito locale risponde ai bisogni informativi e alle regole del Paese stesso per cui è destinato.


Il pensiero di Garattini, presidente dell’Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano:

Potremmo fare in modo di accelerare anche appunto anche sul vaccino italiano”, ossia, fare in modo di accelerare la fase 3 del vaccino italiano”, quello di ReiThera, “chiamando in causa chi può collaborare allo sviluppo della ricerca. Dobbiamo usare tutti i mezzi possibili” 

“Se ci sono ragioni importanti di salute pubblica, gli Stati possono chiedere o pretendere la licenza del farmaco per produrlo in grosse quantità. L’Italia, l’Europa, possono chiederlo. In un momento di grandi difficoltà bisognerebbe avere il coraggio di abolire i brevetti sui farmaci salvavita come i vaccini. E se non facciamo le cose alla svelta, rischiamo che qualche variante non sia più suscettibile al vaccino”

Il tutto con un unico obiettivo: “Accelerare la disponibilità dei vaccini”, condizione cruciale per il raggiungimento in tempi congrui della meta dell’immunità di gregge, “con tutti i mezzi possibili, incluso se necessario le licenze obbligatorie, l’abolizione del brevetto e la scelta di produrre direttamente” i vaccini. 

Un concetto che lo studioso ha proposto anche in una intervista a Il Mattino. “Se può aiutare, è una strada che va percorsa. Ma non sono io a valutare”, puntualizza Garattini. “Come anche l’opzione – aggiunge – delle alleanze fra aziende per incrementare la produzione non andrebbe tralasciata“, ipotesi al vaglio per esempio in Francia.

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