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Covid19: Lo spettro delle nuove varianti aleggia

Quali armi abbiamo per difenderci dalle nuove varianti?

Siamo in una fase, nella quale pur non essendoci sono prove conclusive, alcuni esperti di salute pubblica, manifestano preoccupazione che le varianti appena scoperte di Sars-Cov-2, possano rendere meno efficaci i vaccini e i trattamenti attualmente in fase di sperimentazione. Poco si sa e nulla di certo, sulla tempistica della protezione indotta, dalle dosi sviluppate da Pfizer/BioNTech e Moderna. Così come nessuno sa, se continueranno ad essere efficaci, dopo le tante e continue mutazioni del virus.

 Due le strade aperte per affrontare la nuova (non certo inaspettata) minaccia:

  1. L’utilizzo di un nuovo farmaco già pronto per essere testato, il quale attraverso gli anticorpi policlonali (anziché monoclonali), dà l’immunità immediata. 
  2. Le case farmaceutiche proprietarie dei vaccini già in somministrazione, studiano invece vaccini di seconda generazione, contro le mutazioni che generano nuove varianti del Covid-19.
La multinazionale spagnola Grifols testerà già a partire da febbraio il nuovo farmaco 

Mentre è notizia di questi giorni che un team di ricerca, dell’Università di Bari che esiste un potente diuretico già in uso, il quale potrebbe essere efficace contro il Covid. Una scoperta che, se confermata da trial clinici, potrebbe imprimere una svolta estremamente importante alla pandemia. Contemporaneamente arriva dalla Spagna un’altra straordinaria scoperta. Ci potrebbe essere un farmaco in grado di assicurare immunità immediata. 

Secondo le notizie di stampa non sarebbe solo una speranza, ma una quasi realtà.

La multinazionale spagnola Grifols testerà infatti in Spagna, il farmaco che immunizza immediatamente contro il Covid, avviando una sperimentazione clinica, che potrebbe confermare l’esistenza di un nuovo farmaco, in grado di abbattere subito il virus dopo l’esposizione.

La sperimentazione di Grifols sul farmaco anti-Covid che dà immunità immediata

L’azienda, leader nelle terapie proteiche al plasma, inizierà questa nuova sperimentazione clinica in Spagna per valutare la sicurezza e l’efficacia di questo nuovo medicinale che si basa sull’immunoglobulina Gamunex-C e contiene anticorpi policlonali anti-SARS-CoV-2 ottenuti da donatori di plasma che hanno avuto il Covid e hanno superato la malattia.

Ai test parteciperanno circa 800 persone asintomatiche ma positive al Coronavirus, alle quali verrà iniettata l’immunoglobulina Grifols ricca di anticorpi contro il virus. Il colosso farmaceutico catalano assicura che, l’immunoglobulina Gamunex-C, ha dimostrato sicurezza ed efficacia nella prevenzione di varie malattie infettive, anche in pazienti immunocompromessi, ed è stato utilizzato per più di 15 anni proprio per questo scopo.

Tutti i vantaggi di questo farmaco contenente anticorpi policlonali, che si basa su “immunoglobulina Gamunex-C” 

Un trattamento a base di immunoglobuline, fornito di una combinazione d’anticorpi policlonali. Tali anticorpi rispetto a quelli monoclonali, presentando una maggiore diversità, sembra vadano a migliorare la capacità di protezione contro il virus. Un farmaco conservabile con facilità in frigorifero, la cui somministrazione essendo sottocutanea, lo rende facilmente distribuibile. 

A detta della Grifols, il trattamento (dopo un risultato positivo del test per Covid-19), potrebbe essere somministrato negli ambulatori e negli studi medici  evitando l’eventuale progressione della malattia, e i conseguenti ricoveri ospedalieri. Inoltre potrebbe essere somministrato ad integrazione del vaccino, coprendo la fase iniziale dopo la vaccinazione. Altro utilizzo del farmaco, potrebbe essere quello di proteggere soprattutto, le persone anziane e il personale sanitario, nonché pazienti immunodepressi, per i quali alcuni vaccini potrebbero essere controindicati.

Una simile terapia è anche in via di sperimentazione nel Regno Unito.

L’obiettivo degli scienziati britannici è che la terapia attualmente in fase di sperimentazione, basata sugli anticorpi, conferisca un’immunità immediata. Una differenza notevole rispetto al vaccino, che invece garantisce l’immunità dopo circa un mese.

La nuova terapia potrebbe essere somministrata come trattamento d’emergenza a pazienti ospedalizzati o a categorie a rischio. Il farmaco, sviluppato da University College London Hospital (Uclh) e AstraZeneca, ha alle spalle uno studio volto a dimostrare che il cocktail di anticorpi possa proteggere dal coronavirus per un periodo compreso tra 6 e 12 mesi. Una volta approvato, verrebbe somministrato a chi è stato esposto al Covid-19 negli 8 giorni precedenti: la speranza è che possa essere disponibile a partire dalla primavera 2021.

Covid, perché il farmaco potrebbe essere meglio del vaccino

Secondo la virologa dell’Uclh, Catherine Houlihan, il vantaggio del farmaco attualmente in fase di test è il fatto che dia anticorpi immediati. Il vaccino può proteggere da contagi futuri, ma chi è appena stato esposto al virus rischia di non avere tempo prima di sviluppare la malattia: i vaccini attuali, infatti, “non conferiscono immunità prima di un mese“, ha sottolineato la Houlihan.

Al momento, il farmaco è stato somministrato a 10 soggetti partecipanti – personale, studenti e altre persone – che sono stati esposti al virus a casa, in un ambiente sanitario o in aule studentesche. I test andranno avanti nelle prossime settimane.

Ma anche nei vaccini nascono nuove possibilità 

Gritstone Oncology, è l’azienda, che in collaborazione con i National Institutes of Health, sta portando avanti studi clinici di un vaccino anti-Covid di seconda generazione. A convincere il ceo dell’azienda, della necessità di sviluppare una nuova versione, è stato l’emergere di un nuovo ceppo in Sud Africa e l’altra mutazione trovata in Brasile, la E484K. Di fronte al nuovo scenario (la variante ha permesso al virus di “schivare” gli anticorpi che si sviluppano dopo la malattia), una piccola biotech che lavora sui vaccini contro il cancro, sta lavorando ad un nuovo vaccino contro Sars-CoV-2, che potrebbe funzionare anche contro altri coronavirus. Il focus del nuovo vaccino è su un tipo di cellula T chiamata CD8 +, che aiuta a eliminare i virus dalle cellule infette.

Daniel Hoft, direttore del Centro per lo sviluppo dei vaccini della Saint Louis University: «Il vaccino di Gritstone può fornire una protezione virale più completa inducendo una migliore combinazione di risposte delle cellule T e anticorpi neutralizzanti rispetto ai vaccini attualmente disponibili».  Occorre determinare una risposta immunitaria, potenzialmente più forte rispetto alla prima generazione di vaccini Covid-19, un nuovo vaccino che va oltre la proteina spike, che potrebbe tornare utile per far fronte alle nuove varianti del virus Sars-CoV-2.

Il nuovo che combina due diversi tipi di vaccini

La prima dose sarebbe un vaccino a vettore virale, che utilizza un adenovirus di scimpanzé, simile ai vaccini sviluppati da Johnson e Johnson e dal team dell’Università di Oxford, AstraZeneca e Irbm. Il virus viene utilizzato per introdurre un gene nelle cellule, che quindi producono le proteine necessarie per attivare la risposta del sistema immunitario. Ma la seconda dose, sarebbe un vaccino a mRNA, molto simile ai vaccini sviluppati da Moderna e da Pfizer/BioNTech.

Ma un nuovo vaccino non è l’unico modo per combattere una nuova variante. La strategia alternativa è quella di produrre rapidamente nuove versioni dei vaccini esistenti. In ogni caso, per tutti il tempo è prezioso.

 

Movimento CittadiniNelCuore

Allegati:

www.nursetimes.org:

Cosa sono gli anticortpi – Gli anticorpi, spiega il professor Dagna, sono delle proteine prodotte dal nostro sistema immunitario per difenderci da qualcosa che giudica pericoloso. Quando, ad esempio, entriamo in contatto con un virus, gli anticorpi vanno a legarsi a questo per:

  • neutralizzare il virus, cioè non permettergli l’ingresso nelle cellule dell’organismo al cui interno si riprodurrebbe;
  • renderlo più facilmente individuabile da altre cellule del sistema immunitario adibite a inglobarlo e distruggerlo. Nel caso di un organismo più grande del virus, come un batterio, il legame con l’anticorpo determina anche l’attivazione di specifiche risposte immunitarie che portano alla distruzione del batterio stesso. 
Anticorpi policlonali e monoclonali – I linfociti (le cellule di difesa del sistema immunitario che pattugliano il nostro corpo) sono numerosissimi, in quanto ognuno di questi è in grado di riconoscere solo una singola tipologia di patogeno, o meglio una singola porzione di questo. 

Cosa sono gli anticorpi policlonali – Un virus o batterio è formato da molteplici sezioni sulla sua superficie e può essere identificato nelle sue svariate porzioni da diversi linfociti. Per questo motivo, quando le cellule di difesa lo riconoscono e, per fronteggiarlo meglio, iniziano a duplicarsi e a produrre anticorpi, si originano anticorpi policlonali (Ab) in quanto si tratta di tanti “cloni” di linfociti di diverso tipo che hanno individuato sezioni diverse del virus, contro le quali vanno ad agire.

www.ohga.it: Gli anticorpi monoclonali sono una delle nuove strategie farmacologiche per il trattamento di patologie infiammatorie o autoimmuni.

Sono anticorpi diretti verso alcune citochine, recettori per citochine o antigeni di superficie espressi da cellule rilevanti del sistema immunitario. Il mondo degli anticorpi monoclonali è molto vasto e soprattutto in continua espansione. Ma come li riconosciamo?

Gli anticorpi monoclonali sono una delle nuove strategie farmacologiche per il trattamento di patologie infiammatorie o autoimmuni. Sono anticorpi diretti verso alcune citochine, recettori per citochine o antigeni di superficie espressi da cellule rilevanti del sistema immunitario. Gli anticorpi monoclonali approvati in terapia sono:

  • anticorpi monoclonali diretti contro l’antigene CD3 sulla superficie del linfocita T. In questo modo si produce un elevato potere immunosoppressivo. Tra questo ricordiamo Muromonab-cd3 che trova applicazione come prevenzione in seguito a trapianto di rene
  • anticorpi monoclonali antagonisti di TNF-α. Il TNF-α (fattore di necrosi tumorale) è una citochina proinfiammatoria, la cui produzione è aumentata nel corso di una patologia infiammatoria od autoimmune es. artrite reumatoide, psoriasi e malattia infiammatorie intestinalianticorpi monoclonali
  • diretti verso determinate interleuchine, es. IL 6, IL2, ecc

Come puoi ben vedere esistono diverse tipologie di anticorpi molti di essi già presenti nello scenario terapeutico, altri in fase avanzata di sperimentazione clinica.

Vir Biotechnology e GSK annunciano uno studio AGILE supportato dall’NHS per valutare VIR-7832 nel trattamento precoce di COVID-19
  • Secondo anticorpo monoclonale frutto della collaborazione Vir-GSK ad essere studiato come potenziale trattamento di COVID-19
  • I dati preclinici suggeriscono che VIR-7832 ha due proprietà distintive: maggiore capacità di eliminare le cellule infette e potenziale per migliorare la funzione delle cellule T specifiche del virus , che potrebbe aiutare a trattare e / o prevenire l’infezione da COVID-19
  • Inizio dello studio previsto nel primo trimestre in più siti in tutto il Regno Unito

La piattaforma di studio AGILE, che sarà la prima a testare VIR-7832 sugli esseri umani, utilizza protocolli adattabili e modelli statistici per consentire la valutazione di farmaci candidati per il trattamento COVID-19. VIR-7832 è destinato a diventare il secondo anticorpo monoclonale della collaborazione Vir-GSK a essere studiato come potenziale trattamento COVID-19. Il primo anticorpo, VIR-7831, è attualmente oggetto di indagine in due studi globali di fase 3; per il trattamento precoce della COVID-19 nei pazienti che sono ad alto rischio di ospedalizzazione, e per il trattamento di pazienti ricoverati.

Il presente comunicato è una sintesi fedele dell’originale in inglese reperibile nell’area Media del sito globale di GSK a cui si rimanda per completezza e riferimenti bibliografici.

Ultima novità dal Fatto Quotidiano

 | 24 GENNAIO 2021: La Germania, per prima nell’Unione europea, utilizzerà il trattamento sperimentale contro il Covid-19 a base di anticorpi, somministrato a Donald Trump. Ad annunciarlo è stato il ministro della Salute Jens Spahn: “Il governo ha acquistato 200mila dosi per 400 milioni di euro”, ha detto al quotidiano Bild am Sonntag. Si tratta di un cocktail di anticorpi “monoclonali”, che sarà utilizzato negli ospedali universitari.

 

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