Chi è vaccinato contro il Covid è contagioso, cioè può trasmettere lo stesso il virus?

In altre parole, anche chi è vaccinato deve portare la mascherina – che come è noto blocca la diffusione del virus – oppure deve restare confinato a casa qualora sia entrato in contatto con qualcuno positivo?

IL CONTAGIO È QUESTIONE DI PROBABILITÀ

Quel che è certo è che, il vaccino diminuisce enormemente la probabilità, che un individuo infettato dal virus, lo possa trasmettere ad altri. Il contagio è una questione probabilistica. Una persona infetta dal coronavirus, lo trasmette attraverso le goccioline, emesse quando parliamo o  quando respiriamo. Più alto è il numero di copie del virus, all’interno del suo naso e più a lungo il virus resta nel suo corpo, e maggiore è la probabilità, che egli infetti altri.

Per mesi gli scienziati si sono chiesti se i vaccini attualmente disponibili, oltre a portare praticamente a zero la probabilità che una persona sviluppi un Covid grave, cosa che è ormai sicura, potessero anche interrompere la trasmissione del virus.

I primi dati sono molto confortanti. Nei paesi dove è già stata vaccinata buona parte della popolazione, come in Israele, la trasmissione del virus si è praticamente interrotta.

COME ENTRA DENTRO DI NOI IL CORONAVIRUS

Il Sars-Cov-2 entra nel nostro organismo per via aerea, attraverso il naso e la bocca, arriva nei polmoni e qui, attraverso la sua proteina spike (spina) si lega ai recettori ACE-2; in particolare sulla membrana delle cellule dei nostri alveoli polmonari, penetra dentro di esse, si replica generando nuove copie del virus, che riempiono la cellula fino a farla scoppiare. I nuovi virus prodotti invadono le cellule vicine, e così via, distruggendo a poco a poco le pareti degli alveoli.

Chi è più fortunato o ha un sistema immunitario più efficiente – come spesso accade nei giovani:

riesce ad eliminare in breve tempo il virus dal suo organismo e non si ammala neppure oppure si ammala solo lievemente; per tutto questo periodo può contagiare gli altri attraverso i droplet, cioè le goccioline emesse quando parliamo, o respiriamo, che contengono copie del virus. Chi ha un sistema immunitario meno efficiente -come chi è più avanti negli anni – combatte il coronavirus in maniere meno energica, in lui l’infezione può durare molto più a lungo, e per tutto il tempo resta contagioso.

Solo in un secondo tempo, cioè circa 10-15 giorni dall’inizio dell’infezione, entrano in campo altre cellule del sistema immunitario più raffinate e più efficienti. Sono i linfociti B, che producono anticorpi contro il coronavirus, e i linfociti T, che cominciano con precisione ad ucciderlo. Fino a quando ogni esemplare del virus non è stato ucciso e distrutto dai linfociti B e T, questa persona può infettarne altre. Così, chi è malato di Covid, può contagiare gli altri per giorni, settimane, a volte per mesi.

Movimento CittadiniNelCuore