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Tipologie d’evasione fiscale più in voga

L’evasione fiscale in Italia coinvolge quasi tutti i settori e i territori, un fenomeno che appare in calo solo se si tiene conto del versamento dell’IVA, mentre risulta in aumento analizzando l’IRPEF sui redditi da lavoro autonomo.

L’evasione stimata, in quell’anno, è scesa a 99 miliardi di euro, per la prima volta sotto la soglia dei 100 miliardi, in calo di 4 rispetto al 2018.

Di questi 99, circa 86.5 miliardi si riferiscono all’evasione di tributi, mentre i restanti 12.6 miliardi circa fanno riferimento ai contributi non versati. Rispetto al 2015, l’evasione è diminuita per un importo pari a circa 7 miliardi di euro

A quanto ammonta l’evasione fiscale in Italia

A partire dalla NADEF del 2022, è possibile analizzare le stime dei livelli di evasione all’anno fiscale 2019

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Il calo assoluto maggiore si è visto con l’Iva, la cui evasione è passata dai 35 miliardi del 2015 ai poco meno di 28 del 2019 – calo del 21% circa -; in percentuale, è crollata soprattutto l’evasione relativa al Canone Rai (-76%), diminuita dai 977 milioni del 2015 ai 239 del 2019.

 Alcuni dei tipi più usati in Italia sono1:

  • Omessa dichiarazione dei redditi: si verifica quando il contribuente non presenta la dichiarazione dei redditi o la presenta in modo incompleto o falso, nascondendo una parte o la totalità dei redditi percepiti.
  • Mancato pagamento delle imposte: si verifica quando il contribuente non versa le imposte sui redditi e l’IVA che gli spettano, anche se le ha dichiarate correttamente. Questo può avvenire per ritardo, dimenticanza o volontà di evadere.
  • Attività sommersa: si verifica quando il contribuente svolge un’attività economica senza emettere fatture, scontrini o documenti fiscali, oppure senza iscriversi al registro delle imprese o al regime dei minimi. In questo modo, l’attività sfugge al controllo del fisco e non paga le imposte dovute.
  • Frode fiscale: si verifica quando il contribuente utilizza artifici o stratagemmi per eludere le norme fiscali e ridurre il proprio carico tributario. Per esempio, si può ricorrere a società fittizie, paradisi fiscali, fatture false, compensazioni indebite o altre operazioni fraudolente.

L’evasione fiscale è un reato che danneggia lo Stato e la collettività, perché riduce le risorse disponibili per i servizi pubblici e la redistribuzione della ricchezza. In Italia, l’evasione fiscale è molto diffusa e raggiunge cifre elevate. Secondo un rapporto della Cgia di Mestre2, nel 2020 il mancato gettito fiscale è stato di circa 90 miliardi di euro, pari al 13,2% delle entrate tributarie effettive. Le regioni più colpite dal fenomeno sono la Calabria, la Campania e la Puglia, mentre le più virtuose sono la Provincia di Bolzano, la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia.

Occorre anche sapere che:  Secondo il Mef il gettito evaso, in valore assoluto, è maggiore nelle regioni del Nord, in quanto queste dispongono di un reddito maggiore e di una conseguente base imponibile più alta. Tuttavia, il grado di evasione – ovvero quanti si evade rispetto a quanto dovuto – è maggiore al Sud, quindi con una profonda eterogeneità regionale sul suolo italiano.

Evasione: cresce al Sud e tra gli autonomi

Stando ai dati, a evadere l’IRPF è il 70% degli autonomi per quanto concerne l’IRPEF (per 32,5 miliardi).

Dal punto di vista della distribuzione territoriale, il documento segnala alcune disparità tra le varie zone della Penisola:

L’incidenza dell’economia non osservata è molto alta nel Mezzogiorno, dove rappresenta il 18,2% del complesso del valore aggiunto, seguita dal Centro dove il peso si attesta al 13,0%.

I numeri dell’evasione fiscale in Italia

Ma a trionfare è sempre l’IVA, con un buco da 25 miliardi pari ad 1/5 dell’intero mancato gettito dell’Unione Europea (93 miliardi).

E poi ci sono i debitori cronici: sono 7 milioni i contribuenti che ogni anno ricevono una nuova cartella esattoriale senza aver ancora pagato le precedenti.

Quali sono le tasse più evase

 

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