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L’inflazione è ormai senza freni!

Nel 2021 l’inflazione si è infiammata non solo in Italia.

Infatti anche nel resto del mondo si sono verificati aumenti soprattutto di materie prime. In particolare l’Europa ha registrato il dato più alto degli ultimi 10 anni.

Ma quello che sta succedendo nel 2022, è particolarmente preoccupante. Tutto viene drammaticamente ampliato, dai venti di guerra che hanno fatto impazzire i prezzi dei materiali necessari per la produzione di energia in forma utilizzabile. Stiamo assistendo, quasi inermi ad aumenti continui e incontrollati, che non hanno precedenti dal dopoguerra.

La commissione europea la considera una “turbolenza temporanea”, del 2022

Stando alle analisi della commissione europea, a causare questo significativo incremento dei prezzi sarebbe stata la coincidenza di una serie di fattori tra cui la recente recrudescenza della pandemia, il costo crescente dell’energiaulteriormente aggravato dal recente scoppio della guerra in Ucraina.

A noi non sembra che tale analisi sia attendibile. Gli aumenti del costo dell’energia infatti generano una spirale inflazionistica che tocca la maggior parte dei prezzi, soprattutto quelli dei beni più fondamentali per la famiglia media. Occorre valutare che nel 2021 il tasso di inflazione è stato al +2,6%, il dato più elevato degli ultimi 10 anni (nel 2011 aveva raggiunto il +2,7%), e seppur l’inizio del 2022 l’indice, non ha ancora mostrato una cresciuta preoccupante, sembra però chiaro che il futuro ci riserverà un ulteriore e cospicuo incremento dell’inflazione.

Analizzando l’andamento dell’inflazione tra 2021 e 2022 notiamo ..

Analizziamo i dati mensili, relativi ai paesi dell’area euro, vediamo che negli ultimi 8 mesi l’inflazione è triplicata. Mentre su base annua ad aprile 2021 era al 1,1% .

In particolare tra maggio 2021 e gennaio 2022, la crescita inflattiva è stata di 3,3 punti percentuali. Anche se analizziamo, il tasso tendenziale di inflazione nell’area euro, vediamo che a gennaio 2022 è pari al +5,1%. Un incremento, che è stato più o meno generalizzato in tutta la zona euro, pur registrando alcune oscillazioni in singoli paesi. Da notare che In Italia l’aumento dell’inflazione è stato maggiore rispetto sia alla Francia che alla Germania.

Tra maggio 2021 e febbraio 2022 confronto tra area euro e Italia Germania e Francia

Andamento mensile del tasso d’inflazione (tendenziale) tra maggio 2021 e febbraio 2022 nei paesi più grandi dell’area euro
 
Da Maggio 2021, l’andamento dell’inflazione nel nostro paese ha registrato una crescita più rapida rispetto alle altre grandi nazioni dell’area euro.
A febbraio 2022, il tasso tendenziale si attestava infatti al +6,2%, rispetto al +5,5% della Germania e al +4,1% della Francia.

Se però analizziamo anche i dati degli altri paesi dell’area euro, vediamo che la variazione più significativa, a febbraio 2022, l’ha registrata la Lituania (+13,9%), seguita dall’Estonia (+12,4%) e dal Belgio (+9,6%). La Francia invece era ultima sotto questo aspetto, preceduta da Finlandia e Malta (entrambe con il +4,3%).

Le spese domestiche, il settore maggiormente colpito

Osservando le singole componenti del paniere di beni, che sono utilizzati per calcolare l’inflazione, si nota che, alcune voci di spesa sono state colpite in maniera sproporzionata rispetto ad altre, dall’aumento dei prezzi.

Tali spese sono quelle relative a:

  • abitazione,
  • acqua,
  • elettricità 
  • combustibili.

Sono in particolare loro ad essere diventate più care a gennaio 2022. Il tasso tendenziale è stato pari al +11,9%.

Un aumento significativo si è registrato anche nel settore dei trasporti, il cui prezzo si è incrementato del 9,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Solo 3 settori (comunicazioni, abbigliamento e istruzione) hanno invece registrato una lieve deflazione (comunque di entità molto ridotta, inferiore al -1%).

Il settore domestico è evidentemente uno di quelli che pesano maggiormente nella vita delle famiglie, perché si tratta di spese quotidiane e difficilmente eliminabili per cui i rincari diventano particolarmente problematici. Non in tutti i paesi però questa voce di spesa ha pesato ugualmente o ha registrato lo stesso aumento.

Nel nostro ad esempio i rincari relativi a questo ambito sono stati superiori alla media dell’area euro.

A gennaio 2022 infatti il prezzo di acqua, elettricità e combustibili in Italia si era incrementato del 22,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Una cifra che invece mediamente nell’area euro si attestava al +11,9%. Lo scarto è aumentato in maniera particolare nel passaggio tra dicembre e gennaio, quando è quasi raddoppiato, passando da 4,7 a oltre 10 punti percentuali.

Da questo punto di vista l’Italia era il sesto paese dell’area euro. L’aumento è stato infatti maggiore in Belgio (+34,5%), in Lituania (+33,8%), in Estonia (+32,5%), nei Paesi Bassi (+24%) e in Grecia (+23,7%).

L’inflazione ha riguardato soprattutto il gas

Anche le spese domestiche possono essere analizzate in modo più articolato, osservando le singole sotto-componenti. Tra queste la voce di spesa che ha registrato il tasso di inflazione più elevato è stato il gas.

+40,6% il tasso tendenziale di inflazione relativo al prezzo del gas nell’area euro (gennaio 2022).

In Belgio, in maniera particolare, il tasso di inflazione relativo al costo del gas a gennaio 2022 si attestava al 147,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, ovvero era 2,5 volte tanto.

Una cifra molto elevata l’ha riportata anche la Grecia, dove si è attestato al +105,1%. In Italia la variazione è stata invece pari al +59%, comunque una cifra elevata, superiore di 18,4 punti percentuali alla media dell’area euro.

CITTADINI NEL CUORE

 Fonte dati: Openpolis 

Allegati:

Ma vediamo cos’è l’inflazione

Con questo termine ci si riferisce all’aumento generalizzato dei prezzi di beni e servizi consumati in media da una famiglia nell’arco di un anno.

L’inflazione è un rincaro dei prezzi di ampia portata che non riguarda esclusivamente una voce di spesa. 

All’aumento dei prezzi possono concorrere una serie di fattori sia interni che esterni all’economia del paese.

Ad esempio lo squilibrio tra domanda e offerta per un particolare prodotto, ma anche l’aumento dei costi delle materie prime o le tensioni a livello geopolitico – come quella recente tra Russia e Ucraina, molto significativa considerata la dipendenza energetica europea dalla Russia, soprattutto per l’approvvigionamento di gas.

Ma ci sono altri elementi importanti da considerare quando si parla di inflazione. In primis i salari delle persone, che determinano la loro capacità di acquistare beni e servizi. Ma anche l’entità dell’aumento dei prezzi in particolari settori del paniere, che potrebbero star trainando i rincari.

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