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Ministri tecnici di Draghi o draghi politicizzati?

La mappa dei legami dei ministri tecnici nel governo Draghi

Immagine presa da Openpolis

Ministri scelti da Draghi: sono dei veri tecnici?

Il nuovo Governo è da considerare, così come è stato definito tecnico-politico. I Ministri scelti da Draghi sono dei veri tecnici?

La sua composizione, fatta di Ministri, scelti per due terzi dai partiti che ne fanno parte, e per il resto da Capo del Governo e Capo dello Stato, lascia intendere questo. Tuttavia, leggendo il passato dei ministri cosiddetti ministri “tecnici”, sorgono molti dubbi che più che tecnici puri essi siano tecnici “con le mani in politica”.   

Basta infatti analizzare gli incarichi del passato, e gli incarichi attuali, per scoprire che la maggior parte di loro, hanno già avuto abbondantemente a che fare con la politica.

Ma esaminiamo l’attuale composizione del governo 

La squadra di governo è formata da 24 ministri, incluso il sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio. Di questi , 15 figurano come espressione diretta dei partiti, che hanno votato la fiducia all’esecutivo. Quindi 9 vengono considerati come espressione della compagine tecnica, che non dovrebbe essere collegata direttamente ai partiti, presenti in parlamento.

A queste figure forse “tecniche”, Draghi ha assegnato la maggior parte dei ministeri di peso. Infatti la metà dei ministeri con portafoglio (tra i più importanti) e solo 1 senza portafoglio, è in mano ai Ministri cosiddetti Tecnici. C’è inoltre da considerare che, la programmazione degli ingenti fondi europei, legati al Recovery plan, è stata affidata ad alcuni di questi ministeri (con la maggior parte di risorse in ballo), in particolare dell’economia e delle transizioni ecologica e digitale.

Ministri tecnici e il rapporto con politica, imprese, think tank e non solo 

Daniele Franco è stato assegnato al ministero dell’economia e delle finanze (MEF):

Il prescelto vanta una profonda conoscenza di via XX settembre, avendo ricoperto la carica di ragioniere generale dello stato dal 2013 al 2019, prima con il Ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni (governo Letta), poi con Pier Carlo Padoan (governi Renzi e Gentiloni), infine con Giovanni Tria (governo Conte I).

Dal 2019 è in Banca d’Italia, come vice direttore generale e poi come direttore generale, incarico attuale. Ma non basta è anche presidente dell’Istituto per la vigilanza delle assicurazioni (Ivass). Infine è nel comitato esecutivo del think tank Aspen Institute Italia (presieduto dal suo predecessore Giulio Tremonti), e del comitato direttivo dell‘istituto affari internazionali (Iai), di cui fanno parte anche diversi ex ministri come Amendola, Pinotti, Mogherini, Padoan e Frattini.

Vittorio Colao ministero senza portafoglio per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale:

Al manager  è stato affidato il. Nei mesi della pandemia il governo Conte II ha nominato Colao a capo del “Comitato di esperti in materia economica e sociale per la ripresa – Covid19”, la cosiddetta task force per la ripresa economica voluta dall’allora presidente del consiglio Conte, di cui facevano parte peraltro anche Giovannini e Cingolani. Colao è un manager di lungo corso, con ruoli apicali in Vodafone e Rcs media group, oltre che con consulenze per banche d’affari come la Morgan Stanley.

Roberto Cingolani è il nuovo titolare “ministero per la transizione ecologica” già dell’ambiente:

Si tratta del nuovo dicastero “ministero per la transizione ecologica” uno dei più “dotati” e importanti. Non ci si può non soffermarsi sui suoi precedenti para-politici. Già direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit), è nel comitato scientifico della Fondazione Leonardo, il think tank della Leonardo Finmeccanica Spa, società detenuta a maggioranza dal ministero dell’economia. Dal 2019 è anche consigliere nel board della multinazionale Illycaffè Spa.

Patrizio Bianchi neo ministro dell’istruzione:

Patrizio Bianchi che ha già avuto a che fare direttamente e lungamente con la politica. E’ stato infatti assessore regionale alla scuola, università e formazione dell’Emilia Romagna, con il centrosinistra. Dunque per 10 anni prima nominato da Vasco Errani e poi dall’attuale governatore Stefano Bonaccini. Malgrado ciò è stato inserito nella squadra dei tecnici del governo Draghi. Ma sarà veramente tecnico o un politico con esperienza del settore?

N.b. Il precedente Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, con decreto del 10 febbraio 2021, era stato nominato nel consiglio d’amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).

Maria Cristina Messa al ministero dell’università:

già rettrice dell’Università Bicocca dal 2013 al 2019. Messa è però anche la vice presidente del cda della Fondazione orchestra sinfonica di Milano e consigliera della Bracco Imaging Spa, azienda sanitaria che si occupa di apparecchiature biomedicali.

Marta Cartabia al Ministero della Giustizia (la nuova Guardasigilli): 

ex  giudice della corte costituzionale fino a settembre scorso, era stata nominata dall’allora presidente della repubblica Giorgio NapolitanoHa condiviso lo scranno alla corte con l’attuale capo dello stato Sergio Mattarella, diventando la prima donna presidente della corte costituzionale. Legami riscontrati con Onida, gli Usa, Napolitano e Cl. E’ infatti cresciuta alla cattedra di Valerio Onida e tra i suoi maestri annovera Joseph Weiler un vecchio amico di Giorgio Napolitano. Inoltre molto vicina a Comunione e liberazione, come si riscontra anche dalla sua presenza, per dieci anni ai Meeting di Rimini, l’ultimo suo intervento nel 2019.

Luciana Lamorgese all’interno (titolare del Viminale):

Tra i ministri confermati rispetto al governo Conte II c’è l’ex prefetto di Venezia e Milano. Dunque anche se nell’esecutivo giallo-rosso era considerata una ministra tecnica, è altrettanto vero che nell’ultimo anno e mezzo, ha ricoperto un ruolo di Ministro in un governo del tutto politico. Con precedenti anche al ministero dell’interno, nel quale era capo di gabinetto, nominata dai ministri Angelino Alfano e Domenico Minniti, entrambi appartenenti a esecutivi di centrosinistra. 

Roberto Garofoli, ruolo di sottosegretario alla presidenza del consiglio:

Infine il delicato compito di sottosegretario alla Presidenza, è andato a chi ha già un passato legato alla politica. Infatti Garofoli era già stato nominato, capo di gabinetto al ministero dell’economia, dall’allora ministro Giovanni Tria (governo Conte I) e perdipiù è membro del think tank Italiani-europei, presieduto da Massimo D’Alema, e di cui fa parte anche il ministro della salute Roberto Speranza.

Dunque di veri e puri Tecnici, non sene vedono. Tutti chi più chi meno, sono da anni legati “a doppia e tripla maglia” alla politica, ma se scelti da Draghi e Mattarella, sicuramente a loro “fedeli”.      

Sembra a noi inoltre necessario evidenziare che, tre dei ministri tecnici, del nuovo governo, cioè Colao, Giovannini e Cingolani, hanno già fatto parte, della task force per la ripresa economica, istituita dal Governo Conte II.

Movimento CittadiniNelCuore

 

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